Un’esperienza questa sviluppata in un arco di tempo prolungato che conduce il designer al di fuori della ricerca funzionale per abbracciare una dimensione estetico-visuale. Il medium è un materiale povero, un vetro industriale che serviva per proteggere nel privato bagni e cucine inserito nel telaio in legno delle porte, ampiamente utilizzato nella carpenteria popolare degli anni Cinquanta. Nel progetto di Toussaint questo materiale traslucido e semitrasparente viene valorizzato fino ad assumere un preciso valore ottico-cinetico; infatti, si evidenzia l’effetto optical quando il vetro viene colpito dalla luce, secondo quella ricerca di indagine percettiva messa in risalto già negli anni Settanta da artisti quali Nanda Vigo e Getulio Alviani. Qui Toussaint ha iniziato rifacendosi al riflesso della luce naturale, poi di quella artificiale, infine ha reso specchiante la superficie, che a questo punto assume la consistenza di un “effetto ologramma”. Seguendo un procedimento tradizionale, mediante nitrato d’argento e ramatura, la texture del vetro viene messa in risalto, consentendo la rifrazione dei raggi per una maggiore resa finale. Questo materiale è stato successivamente ripreso anche in altri progetti.